Il presidente ucraino Petro Porošenko è in visita a
Parigi, e in attesa di essere ricevuto da François Hollande, martedì sera ha
incontrato un gruppo di giornalisti e intellettuali francesi. Figura massiccia
e uomo sicuro di sé, Porošenko ha rilasciato dichiarazioni chiare e soppesate
con cura.
Quando gli hanno chiesto se l’Ucraina
vuole entrare nella Nato, il presidente ha risposto che gran parte degli
ucraini lo vorrebbe. Oggi sono il 60 per cento, mentre prima della crisi non
arrivavano al 20 per cento, e il motivo è che attualmente non esiste un sistema
di sicurezza altrettanto efficace e credibile. In ogni caso Porošenko ha
precisato che Kiev non seguirà questa strada, perché l’allargamento non è
auspicato dalla Nato quanto lo è dalla popolazione ucraina e perché Kiev non
vuole mettere in imbarazzo nessuno.
Il presidente ucraino sa benissimo che
Germania e Francia non vogliono aumentare la tensione in Europa portando la
Nato ai confini della Russia, che l’Alleanza atlantica può accogliere nuovi
membri solo all’unanimità e che l’Ucraina non avrebbe alcun interesse a forzare
(senza speranze di successo, tra l’altro) la mano dei tedeschi e dei francesi,
dal cui sostegno dipende profondamente.
Quando gli hanno domandato se vorrebbe che
la Francia consegnasse armi al suo paese, Porošenko ha risposto con un sorriso.
“No, la Francia ci aiuta già abbastanza”, ha dichiarato. Questo omaggio alla
Francia è stato ripetuto più volte durante la conversazione, ma non sappiamo se
Parigi consegna già armi a Kiev o se il suo sostegno diplomatico è più prezioso
di quei carri armati che il governo ucraino può comunque procurarsi altrove. La
seconda ipotesi è di gran lunga più probabile.
A proposito del grado di autonomia che
sarebbe disposto a concedere alle regioni ucraine e dunque a quelle orientali
controllate dai secessionisti filorussi, Porošenko è sembrato ansioso di
spiegare la sua posizione. Kiev potrebbe concedere ampia autonomia nell’ambito
amministrativo, culturale ed economico, ma non permetterà a nessuno di mettere
in discussione l’unità nazionale. Porošenko ha sottolineato che non autorizzerà
alcuna federalizzazione che possa consentire a una qualsiasi regione di porre
il veto sulla politica estera nazionale e soprattutto sul riavvicinamento
all’Unione europea.
Il messaggio è chiaramente indirizzato a
Vladimir Putin. Quando gli hanno chiesto se conosce gli obiettivi del Cremlino,
Porošenko ha sospirato, e sul suo viso è comparsa un’espressione interrogativa.
“Secondo alcuni Putin vorrebbe ricostituire l’impero degli zar”, ha dichiarato
il presidente ucraino. “Altri avanzano teorie diverse. Per quanto mi riguarda
non capisco perché abbia scelto una politica contraria agli interessi della
Russia, di una Russia che avrebbe tutto per prosperare e intrattenere ottimi
rapporti con i vicini europei e con il resto del mondo”.
(Traduzione di Andrea
Sparacino)
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